mercoledì 21 marzo 2012

SPAZIO

 Spazio spazio, io voglio, tanto spazio  
 per dolcissima muovermi ferita:  
 voglio spazio per cantare crescere  
 errare e saltare il fosso  
 della divina sapienza.  
 Spazio datemi spazio  
 ch’io lanci un urlo inumano,  
 quell’urlo di silenzio negli anni  
 che ho toccato con mano. 
Alda Merini - Spazio 

In ricordo di una donna libera.

martedì 20 marzo 2012

PRIMAVERA STELLATA


Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
*
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra. 
**
Ancora non se n'è andato l'inverno,
e il melo appare
trasformato d'improvviso
in cascata di stelle odorose.
***
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
****
E cautamente,
nella mostra casa,
nella notte e nell'ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
Il ramo rubato Pablo Neruda

Un'altra Primavera che si apre e noi due vicini. Felicità, gratitudine, leggerezza, euforia fanno capriole dentro di me; occhi, mani, pelle ridono di una gioia che non si può contenere. Di più non riesco a dire, ma tu sai bene.
Buona Primavera Amore Mio.


domenica 18 marzo 2012

CARI PESCI...AMICI CARI...


I compleanni vanno festeggiati. Va reso onore al tempo che passa, al regalo dei giorni che si stratificano e costituiscono la nostra Storia. Ieri sera è stata l'occasione di una bellissimo momento, passato insieme agli amici "Pesci" che hanno finito gli anni in questi giorni. Tutti stretti intorno al tavolo, nel calore della cucina che le mani di Massimo e dei figli hanno costruito. Con tanto amore che danzava intorno, dentro, sopra, sotto, dappertutto...così denso che sembrava quasi di toccarlo. Con tanta gratitudine per questa amicizia che attraversa gli anni e che ci fa sentire parte di una famiglia unica e speciale. Sono così felice di avervi vicino!

venerdì 9 marzo 2012

PIANTATE IN TERRA COME UN FAGGIO O UNA CROCE: ELISABETTA SALVATORI RACCONTA DI CATERINA DA SIENA E DI BEATRICE DI PIAN DEGLI ONTANI

Immagine tratta dal sito: www.teatro.org

Ho conosciuto Elisabetta Salvatori qualche anno fa, invitata ad un suo spettacolo, "La Bella di Nulla", da un'amica. ". Da allora, quando so di un nuovo lavoro corro ad ascoltarla.
Elisabetta è esile, ha lunghi capelli scuri - con cui apre e chiude il viso - , luminosi occhi verdi. Piedi nudi, a tenere ben salda la scena, e mani che parlano con lei. Una voglia proprio vicino alla gola che il suo vestito di scena - bianco, ampio, dolcemente scollato - mette in evidenza. Una voglia che sembra segno del suo destino di "cantora", di raccoglitrice di storie. Perché è questo che Elisabetta con passione, rispetto, amore fa ormai da molto tempo. Cerca storie. Le avvicina, le fa scorrere dentro, le percorre, le mastica, le impasta, le rivolta, se ne colora tutta e poi pian piano, sulla scena spoglia - soltanto lei, un violino discreto, le luci - ce le restituisce attraverso la sua bella voce, le parole, il canto.
Questa volta parla di due donne: Caterina e Beatrice. L'una Santa, l'altra Poeta.
Donne di Toscana, vissute lontano, nel tempo e nello spazio, accomunate da rimandi che la sensibilità di Elisabetta ha saputo riconoscere. Di tutti, uno è arrivato al cuore: "entrambe non hanno paura di morire...".
Un tessere apparentemente arduo che seguendo la narrazione un pò ti chiedi come le sia venuto in mente. Ma l'esercizio riesce. E non perdi una parola. Guardi Beatrice che contempla il cielo dell'Appennino e un attimo dopo hai davanti Caterina persa nel volto del suo Dio. Tutto vola via in un soffio, e alla fine dello spettacolo ti ritrovi con un emozione che non sai contenere e le lacrime che vengono giù da sole. E provi un grande senso di riconoscenza verso Elisabetta: per il suo lavoro, per la lievità con cui restituisce e fa rivivere una storia comune, perché niente è così bello che andare a toccare le Radici. Grazie Elisabetta, grazie e ancora grazie. Racconta ancora per tutti noi...


P.s.: segnalo questa bella intervista ad Elisabetta per chi volesse approfondire la sua conoscenza. 

mercoledì 7 marzo 2012

CORSA E LETTURA: UNA FAVOLA!

Correre mi piace, di leggere non posso fare a meno e cerco di farlo in ogni momento libero. Ora ho scoperto che posso godere del piacere della lettura anche mentre mi alleno. Ci riflettevo già da tempo, spronata anche dall'articolo di Federico Rampini pubblicato su D di Repubblica. Tergiversavo però, pensando che avrebbe tolto forza ed efficacia alla corsa e - visto che non sono propriamente una lepre - mi dispiaceva diluirmi ulteriormente. E' stato molto bello invece farmi accompagnare dall'ascolto, senza perdere niente della "prestazione" sportiva. Per la prima esperienza ho letto, sorry, ascoltato, attraverso la voce di Margherita Buy "Mal di Pietre" di Milena Augus. Nel buio di una sera tarda, la voce serena e la vicenda piena d'incanto e di malinconia che si dipanava piano piano, mi hanno condotta fino alla fine dell'allenamento, azzerando la fatica e rendendo il piacere della corsa ancora più pieno, tondo, ricco. Si è vero, ogni tanto ho perso qualcosa - nei punti più a contatto con il traffico il rumore esterno soverchia quello delle parole - e forse quando leggi con la tua voce il potere immaginativo è più forte, ti appartiene di più, ma ho trovato molto interessante anche perdermi nelle sonorità di un altro, farmi un pò cullare. Come da bambina, quando, prima del sonno, il babbo mi leggeva le favole...