mercoledì 29 febbraio 2012

FEBBRAIO, PRIMAVERA, QUASI...

Viene Febbraio, e il mondo è a capo chino,
ma nei convitti e in piazza
lascia i dolori e vesti da Arlecchino,
il carnevale impazza, il carnevale impazza...



L'inverno è lungo ancora, ma nel cuore

appare la speranza

nei primi giorni di malato sole
la primavera danza
la primavera danza...
Francesco Guccini da "La canzone dei dodici mesi"


Due settimane fa freddo pungente e un Paese schiacciato dalla neve; ora mi guardo allo specchio e trovo che gli occhi brillano di più sulla pelle già un pò ambrata. Pelle abbronzata al sole, di mare. Uno dei nostri week end lunghi, sempre regali preziosi, ancora di più se come questa volta, inaspettatamente, riusciamo anche a fare scorta di luce e di calore. Forse la primavera non è così lontana.




lunedì 27 febbraio 2012

LIBRARSI: LEGGERE E' BELLO, IN COMPAGNIA ANCORA DI PIU'



Fin da piccola ho amato la lettura. Da bambina solitaria e inquieta quale ero i libri sono stati la compagnia più bella e stimolante che potessi desiderare; facile, sempre pronta e disponibile. Pozzi indispensabili a cui attingere per cercare di capire qualcosa di me e del mondo...Non sono stata mai una lettrice particolarmente attenta o analitica, piuttosto un'onnivora che cerca il contatto con le cose attraverso la parola scritta. Nel libro inseguo il piacere della storia, riflessioni sui temi che mi stanno a cuore, le sfumature del linguaggio, la musica delle parole. Spesso non ricordo neanche bene il titolo o anche l'autore di quello che ho letto anche da poco tempo: tengo piuttosto l'emozione, la luce, il ritmo, gli odori e i sapori, il momento in cui quel testo ha incrociato il mio cammino...
Da qualche tempo il piacere di leggere ha trovato "un indirizzo nuovo": quello di Librarsi, gruppo di lettura con cui ogni mese mi trovo a condividere qualcosa delle mie scoperte. L'appuntamento è ogni primo martedì del mese (qui il resoconto scritto dal nostro coordinatore Toni sull'ultimo incontro) alle 21.30, presso la Sala Contemporanea della Biblioteca dell'Oblate e le regole sono: 
Portare un testo (fotocopiato in una decina di copie) di - meglio - una, due pagine al massimo di narrativa o poesia - niente saggi -, senza che, possibilmente, compaia il nome dell'autore;
Leggerlo, dare poi una breve motivazione del perché lo avete portato rimanendo ancorati a quel testo - senza sconfinare nella vita e le opere dell'autore - e breve discussione. E via andare. Senza difendere ad oltranza quel testo, lasciarlo in balia degli altri lettori, e possibilmente non ri-intervenendo. E avanti un altro.
Il gruppo è delizioso, senza nessun tipo di presunzione o boria, i personaggi che lo compongono variamente e curiosamente assortiti, interessantissima la possibilità di entrare in contatto con generi letterari che difficilmente sceglierei autonomamente (come per esempio la letteratura finlandese tanto amata da Marco), stimolante l'impegno di condividere con altri il piacere (o il dispiacere) delle cose lette.
Se anche voi siete dei lettori in zona Firenze o limitrofe (Toni viene da Lucca!!!) vi invito a partecipare almeno ad un incontro per prova, vedrete che sarà una serata divertente e ben spesa!


Se vi ho minimamente incuriosito il prossimo incontro è fissato per martedì 6 marzo alle 21,30. Vista la vicinanza con l'8 marzo per questa volta abbiamo - eccezionalmente - un tema: "La Donna"
Portate un brano se ne avete voglia o, semplicemente, intanto portate voi e il vostro amore per i libri!





domenica 26 febbraio 2012

PASSO: AMBRA SENATORE AL CASTELLO PASQUINI

Dallo spettacolo "Passo" di Ambra Senatore. ph. Duni Sapienza
“…lo spettatore viene condotto in un mondo dove hanno diritto di cittadinanza l’errore e la caduta, il fuori tempo e l’imbarazzo e il vuoto di memoria…”

Questa è parte della presentazione dello spettacolo “Passo” di Ambra Senatore ricevuta qualche giorno fa in posta elettronica. Questo il mondo a cui, sempre di più, desidero dare spazio e respiro: un mondo con diritto di cittadinanza anche per chi non è competitivo, capace di performance, imperfetto…E’ stato quindi inevitabile essere incuriosita da queste parole, senza capire neanche esattamente se si trattasse di danza o di teatro…
In una notte dolce, quasi di primavera, ci siamo trovati con l’Amore nella tensostruttura del Castello Pasquini di Castiglioncello, avvolti dalla malia di uno spettacolo dove c’è tanta danza ma anche tanto teatro.
Capelli scuri e abitino verde petrolio, il primo personaggio è già sulla scena quando entrano gli spettatori; il primo e poi il secondo, il terzo e così via…in un’identità moltiplicata di cui si perdono i contorni, femminile e maschile si mescolano, relazioni si creano e si rompono. Pian piano lo spettacolo si "apre", catturando sempre più nel ritmo del movimento, nei cambi della musica, nel silenzio. Nella storia intravista, colta per un attimo e un attimo dopo già sfuggita…Non sono esperta né di teatro né tanto meno di danza, probabilmente ho capito molto poco, ma sono rimasta affascinata fino all’ultimo da un lavoro denso, poetico e originale. E poi vedere uno spettacolo dal vivo è sempre troppo bello!

sabato 25 febbraio 2012

NIMBUS 13: LE MIGLIORI!

Mi piace correre. Non mi preoccupo molto di tempi e prestazioni ma soprattutto del godimento e del nutrimento che conquisto attraverso la corsa. Ormai sono quasi cinque anni che ho messo le scarpe da running ai piedi e non le ho più tolte. E a proposito di scarpe, anche se non sono una runner raffinata, percepisco quando è il tempo di sostituirle e quali sono quelle che meglio di altre corrispondono alle mie esigenze. Sono felicissima del mio ultimo acquisto. Cercavo un prodotto un po’ meno caro, ma una volta provate non è stato possibile tornare indietro. Sono le Nimbus 13 della Asics. Scarpe leggere, molto fascianti e sostenute sull'arco plantare, con allacciatura asimmetrica. Effetto guanto. Tanto fascianti che dopo la prima corsa, 10 km circa, avevo i piedi doloranti. Le ho portate un paio di volte per andare a lavoro e alla corsa successiva non ci sono stati problemi. E ora me le godo. Come mai era successo prima sento la differenza nelle scarpe. Come nella bella corsa di oggi, sul lungomare di Castiglioncello. Ottima aderenza e ottima spinta; poi sono anche belle, e anche questo è un piacere... 

venerdì 17 febbraio 2012

MINNIE: SPILLA DI CARTA



Minnie: spilla di carta by Duni Sapienza
A proposito di gioielli mi è venuto in mente di far vedere meglio la spilla che illustra il post di ieri. Si chiama "Minnie" è stata realizzata in carta pressata e dipinta con acquerelli e acrilici. I vari strati sono fermati fra loro attraverso una perlina bianca e un filo di lana che ne riprende i colori e che poi svolazza leggero, come una piccola coda. Ultimamente la sto portando parecchio, mi piace avere addosso qualcosa che è uscito dalle mie mani, che parli di me.
Niente, solo un pensiero veloce....

giovedì 16 febbraio 2012

GIOIELLI AL MARINO MARINI


Che dispiacere quando vengo a conoscenza di qualcosa d'interessante che però mi sono persa!!!
Come  questo ciclo di conferenze sul gioiello contemporaneo che "Le Arti Orafe Jewellery School", in collaborazione con il Museo Marino Marini di Firenze (P.zza San Pancrazio), ha tenuto a partire dallo scorso mese di gennaio. Purtroppo rimane solo l'ultimo incontro, che si prospetta molto interessante:
Giovedì 23 febbraio 2012 ore 17.00
"Il gioiello come ricerca artistica: la seconda generazione (1970-1980)
 Gijs Bakker, Giampaolo Babetto, Gerd rothmann, Peter Chang
La conferenza, a cura di Maria Cristina Bergesio, si terrà presso il Museo Marino Marini, la durata prevista è di circa due ore, con proiezione di diapositive. L'ingresso è libero ma occorre prenotare presso la segreteria della scuola (055.2280831 o all'indirizzo segreteria@artiorafe.it) comunicando nominativo e recapito telefonico.


sabato 11 febbraio 2012

ANNA MARIA LUISA DE' MEDICI E IL "PATTO DI FAMIGLIA"




La Galleria degli Uffizi vista dal Corridoio Vasariano


Anna Maria Luisa, Elettrice Palatina, è stata l'ultima rappresentante della famiglia fiorentina dei Medici. Alla sua morte, avvenuta a Firenze il 18 febbraio del 1743, si estinse definitivamente il ramo principale della casata. A questa donna colta, appassionata d'arte e di antiquariato, intelligente e moderna si deve il cosiddetto "Patto di Famiglia", che stabiliva che i Lorena, la famiglia succeduta ai Medici nel governo della città, non potessero trasportare "o levare fuori della Capitale e dello Stato del GranDucato ... Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose... della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri". Questo vincolo lungimirante ha permesso che l'immenso patrimonio artistico e culturale raccolto nel lungo periodo di dominio dei Medici non andasse disperso, e costituisse buona parte della ricchezza di Firenze. In segno di riconoscenza e gratitudine, ogni anno la città ricorda Maria Luisa in occasione dell'anniversario della morte. Quest'anno il Comune propone visite guidate all'Opificio delle Pietre Dure e al Museo delle Cappelle Medicee con concerto nella Cappella dei Principi (qui)
Le iniziative vanno prenotate: chi è interessato si faccia avanti!

Inoltre ingresso gratuito anche nei seguenti Musei Civici:

Museo di Palazzo VecchioPiazza Signoria orario di apertura: 9.00 – 19.00
Cappella BrancacciPiazza del Carmine 14 orario di apertura:10.00 – 17.00
Museo Stefano Bardinivia dei Renai 37 orario di apertura: 11.00 – 17.00
Fondazione Salvatore RomanoPiazza Santo Spirito 29 – Orario di apertura: 10.00 – 16.00
Museo di Santa Maria NovellaPiazza Santa Maria Novella Orario di apertura: 10.00 – 16.00

N.B.: sapevo che il 18 febbraio anche agli Uffizi fosse offerto l'ingresso ai fiorentini ma non ho trovato riscontro alla notizia. Se siete informati condividete!


venerdì 10 febbraio 2012

I PONTI, I PETTIROSSI, LA CORSA E IL BLIZZARD CONTRO



Si, forse più tardi. O stanotte; e domani sarà un sabato bianco, uno di quei giorni in cui rimanere rintanati in casa, semplicemente. Ma per ora niente neve, solo Blizzard, vento dell'est, forte, ghiaccio e deciso, che entra prepotente in ogni spazio lasciato libero. Consapevole ero consapevole, del freddo certo, ma anche del fatto che erano veramente troppi giorni che non mi decidevo a correre un pò per cui, di buon mattino (meglio non mettersi a fare altro se no è finita!), approfittando del giorno di part-time, mi sono buttata fuori di casa e sono andata ad allenarmi un pò alle Cascine. Tenuta veramente raccattata: autoreggenti sotto i pantaloni da corsa più pesanti che possiedo (ma quelle per fortuna rimanevano nascoste), indumenti tecnici dell'Amore, che lui è più attento ed attrezzato di me: maglietta intima rosso fuoco sotto e, sopra, maglia termica nera e gialla (molto più giallo foscorescente che nera, taglia "s" ma da uomo, praticamente effetto "vestitino") cappello di pile in testa (io i cappelli non li sopporto proprio ma con queste temperature smettono di essere un optional) e gli amati scaldamuscoli - che in questo periodo uso in tutti i modi possibili- a proteggere le braccia. Così bizzaramente bardata (sperando di non incontrare visi conosciuti) sono scesa in strada e nonostante tutte le attenzioni al vestiario ho subito sentito che sarebbe stata dura. Ma una volta fatto il primo passo, gli altri vengono da sé per cui mi sono detta: l'importante è muoversi un pò; arrivo alla passerella dell'Isolotto e torno indietro...  Alla passerella il freddo brutto ormai era passato, e ho potuto rilanciare: arrivo almeno al ponte della tranvia, e da lì a quello della Vittoria, che arrivata lì ci vuole niente, giusto cinque minuti, anzi anche meno. Generalmente la mia soglia sono i trenta minuti. Se riesco a correre quelli, dopo, mi sembra di andare in discesa: i muscoli sono sciolti e morbidi, il respiro ha trovato il ritmo, la beatitudine della corsa ha preso  il posto dei capricci della mente che è sempre pronta a sentenziare: ma chi te lo fa fare? Certo, chi me lo fa fare? La gioia che sento nel poggiare i piedi e la spinta che tutto il corpo riceve, la percezione che ho del bacino, dove assorbo centratura e forza, il movimento delle braccia che dondolando intorno al corpo, lo proteggono e ne hanno cura. Lo sguardo che spazia libero e gode di quello che ha intorno (tanti pettirossi stamani mattina e anche un magnifico, grande, airone che volteggiava sull'Arno) e i pensieri che saltellano liberi da uno spazio all'altro, regalandomi intuizioni inattese e assolutamente originali. E la voglia di buttare le possibilità sempre un pò più là: questa mattina il "pò più in là" è stato il quarto ponte. Ormai, mentre correvo in direzione di casa, me lo vedevo venire incontro sempre più vicino, ben oltre l'allenamento programmato, ma comunque più che fattibile. E alla fine al ponte all'Indiano ci sono arrivata; il difficile, da lì, è stato coprire la strada per tornare a casa. Vento contro, glaciale, dritto nello stomaco, gambe che ormai stanche facevano fatica a reperire l'energia necessaria per andare avanti. Ad un certo punto ho pensato: ora mi vengono a raccattare qui, piegata in due e mezza congelata. Poi per fortuna ho letteralmente "svoltato" e tutto è diventato più semplice, fino alla porta di casa e alla doccia bollente: mai assaporata e goduta a fondo come oggi!

domenica 5 febbraio 2012

L'ACCABADORA: LA VITA E LA MORTE NELLA SARDEGNA DEGLI ANNI CINQUANTA

"Sei nata tu forse da sola, Maria? Sei uscita con le tue forze dal ventre di tua madre? O sei nata con l'aiuto di qualcuno come tutti i vivi? [...] Altri hanno deciso per te allora, e altri decideranno quando servirà di farlo. Non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri ad ogni angolo di strada. [...] Io sono stata l'ultima madre che alcuni hanno avuto".
Michela Murgia, L'Accabadora, Einaudi 2009

L'ultima madre, "l'Accabadora", colei che finisce, che prende nelle sue mani la responsabilità di far accadere le cose quando "non accadono da sole". E' Bonaria Urrai, la vecchia sarta di Soreni, alta, segaligna, vestita dalla lunga gonna tradizionale e protetta da un ampio scialle di lana nera, donna di poche parole e pensieri precisi, temuta e rispettata da tutta la comunità. 
La storia è piuttosto lineare: un paese rurale della Sardegna negli anni '50, una donna mai sposata e senza figli e un'altra, vedova, che di figlie ne ha anche troppe e la "quarta", Maria, è proprio in più. Maria che ruba ciliegie ed è curiosa del mondo e che nella casa di Bonaria (della quale diventa "fill'e anima") trova spazio e rispetto, impara a cucire e ricamare, può studiare e colmare il suo desiderio di sapere. Ogni tanto Bonaria si assenta, spesso durante la notte, ma ci vorranno molti anni prima che la ragazzina scopra la ragione di quelle assenze. E sarà lei - a sua volta - dopo un percorso di consapevolezza tormentato e doloroso, ad aiutare Tzia Bonaria a lasciare il corpo terreno.


Il libro è uscito ormai da qualche anno ma l'ho letto solo ora: sono rimasta letteralmente incollata alle pagine, curiosa soprattutto che l'autrice ne svelasse piano piano il tema. Michela Murgia ha innanzitutto il merito, in quest'oggi in cui vecchiaia e morte sembrano il tabu' più grande, di restituirci un pezzo recente della storia del nostro Paese in cui c'era ancora una saggezza profonda che sapeva scegliere "mai, o quasi, dubitando, di non essere capace di distinguere tra la pietà e il delitto" quando la vita dell'altro meritava il rispetto di essere aiutata a lasciare andare il corpo, né più né meno come la levatrice, al momento giusto, lo aveva accolto in questa dimensione. Eutanasia? Direi rispetto, semplicemente rispetto...e umiltà, e pietà.
Scrive anche bene la Murgia; talvolta con frasi così precise e scolpite, da sembrare versi. Peccato che il romanzo risenta di una certa discontinuità, con capitoli molto belli a cui seguono altri meno riusciti. In generale tutta la prima parte del libro appare più risolta, mentre il finale è appensantito soprattutto dalle pagine ambientate a Torino, che sembrano quasi un appendice inutile alla storia. Anche il tratteggio delle due protagoniste mi è apparso un pò troppo semplificato e avrei voluto sapere di più dei chiaroscuri dell'anima di Bonaria e Maria. Ma a parte le considerazioni stilistiche, questa storia di donne e di vita (dove fra l'altro viene trattato anche il tema dell'adozione) è comunque uno dei libri più belli che ho incontrato nell'ultimo periodo e lo consiglio caldamente!
Con questo freddo cosa c'è di meglio di divano, plaid, tazzona di tè caldo e un buon libro?
Buona lettura e buona domenica a tutti!









mercoledì 1 febbraio 2012

NEVE BAMBINA

Alla fine è arrivata, per la gioia del Sindaco che da giorni aveva messo in campo tutte le misure possibili per lavare l'onta della pessima figura fatta il 17 dicembre 2010, quando tutta la città era rimasta paralizzata per ore. Ma questa è stata neve leggera, neve bambina, che ha appena imbiancato tetti e prati ed è svanita in poche ore. Giusto il tempo di farsi godere un attimo, scattare due foto e già non c'era più. Chissà se ne prossimi giorni tornerà a trovarci...?