mercoledì 9 maggio 2012

ANDALUCIA E SPERDIMENTO


Andalucia. Viaggio di primavera. Siviglia, Granada, Cordoba e poi ancora Siviglia in festa per la Feria de Abril, sfavillante di mujeres fasciate in sontuosi abiti da flamenco.
Terra del sud, quella che più amo: cieli azzurri azzurri, odori intensi, case bianche, sorrisi e calore per le strade.

Bellezza: emozione fino alle lacrime davanti all’entrata dell’Alhambra, porta di un mondo incantato e pieno di spiritualità. 
Incastri perfetti e un viaggio scivolato via senza alcun intoppo.
Eppure sono tornata inquieta. Faccio sogni faticosi e l’ansia si aggruma in gola. Come se si fosse aperta una porta su non so bene cosa…in questi giorni mi sono sentita sconfitta, anzi incazzata nera per questa pesantezza a cui non riesco a dare ragione e nome. Probabilmente non ci sono risposte. Semplicemente, ogni tanto - così senza motivo apparente - si innesta un nuovo ciclo: il paesaggio si fa brumoso, il gelo entra dentro, non sai più come muoverti e pian piano anche la direzione verso cui stavi andando si perde nella nebbia.
Scalciare, darsi da fare, diventa inutile. Continui semplicemente a girare a vuoto. Stanca, vuotata.
Conta solo il silenzio e cercare - nel groviglio – il capo del filo, acchiapparlo forte e con quello in mano trovare la strada verso l'uscita del labirinto.
E da lì ricominciare a tessere - con pazienza e amore - il tempo, la storia di questa esistenza così esaltante e così difficile.
Almeno per me. Almeno per ora.

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