giovedì 20 settembre 2012

L'ISOLA


Questa volta è stata dura. Di tornare proprio non avevo voglia. Nessuna ragione per smettere di vagabondare alla ricerca dell'ultimo sole, fra delizie per gli occhi e la gola, colma di piacere e con i fianchi ogni giorno un pò più morbidi.
C'è una parte di me che vorrebbe tirare giù il bandone, salutare e partire lontano. Non ho più voglia di sveglie, di impegni di lavoro, di traffico, di burocrazia, di vita sociale, di apparenza o di qualsiasi altra cosa che non sia necessaria. In questi giorni a zonzo ho riletto "Eterna ragazza" di Lidia Ravera. Sullo sfondo del romanzo c'è Stromboli. L'ISOLA. Lo spazio perso fra il cielo e la terra. Soltanto lambito dal mondo. La nave arriva, quando può. E poi è di nuovo la solitudine di uno scoglio, solo un pò più grande, in mezzo al mare. Natura e uomini. Che alla natura soggiacciono. E il silenzio. E il vulcano. "IDDU".
Non ho grandi bisogni. Non ne ho mai avuti. La solitudine un'esigenza primaria. Il silenzio pure. Le cose mi appesantiscono. Sto bene dove c'è poco. Tendo a voler tenere tutto sotto controllo. Togliendo diventa tutto più facile.
Gambe per correre, orecchie pulite per ascoltare, occhi che vogliono vedere. Colori, tele, pennelli, carta per scrivere, internet per sapere. Così mi sogno sulla mia isola qualunque essa sia.
Cuori da incontrare. Senza pregiudizi. Non come il prete dell'ultimo matrimonio a cui sono stata che aveva bisogno di sapere chi fossi: avvocato, ingegnere, medico?! no!...ma allora non sei niente. No, IO SONO. E tu sei una grande "cacca"!!!
Stamani alle nove, diligentemente, ero nella mia gabbia di vetro alla luce del neon, a fissare il computer dell'ufficio, cercando di dare un senso al mio essere lì, non sapendo come fare a trovarlo.
Ma tutto cambia. Anche da un momento all'altro. Cinque del pomeriggio e una tazza di tisana profumata fra mura che sono care e hanno accolto tanto della mia vita. Mi fai vedere una foto e mi chiedi di capire. E' tutto così evidente. Ma non sono sicura. Mi sento stupida. Rimango muta. Non riesco a dire quello che ho visto. Non è possibile...
Mi tremano le gambe. Ma all'improvviso mi sento forte. Come non mi accadeva da tempo. Un senso nuovo mi si apre davanti. Per rimanere qui. Per mettere ordine. Per prendermi cura di me, sul serio, e avere a disposizione tutta l'energia che a volte sento sfuggirmi veloce dalle mani, come sabbia troppo fine. Per trovare nuova consapevolezza. E vivere come voglio io. Anche se qui l'aria ha il peso delle polveri e mi manca l'acqua intorno.
Farò pulizia e toglierò il superfluo. Mi arrenderò al silenzio e me ne nutrirò, anche quando non è ben visto. Aprirò di più le orecchie e cercherò gli sguardi di chi mi fa star bene. Userò pennelli e colori con libertà sconosciuta. Bandirò la pigrizia e costruirò qui la mia Isola. So essere un ottimo costruttore. Lo so bene. E che a volte dimentico come si fa. Ma ora ho un ottimo motivo per richiamare la memoria. Se lo vorrai sarò con te Stellina mia. E grazie per questa gioia.


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