venerdì 13 luglio 2012

A SCANDICCI CRISTICCHI E I MINATORI DI SANTA FIORA. CANTI DI MINIERA, D'AMORE, VINO E ANARCHIA.

Una sera d'estate, un parco cittadino, sedie di plastica bianche tutte uguali e altre portate da casa  a punteggiare il prato davanti al palco. Tanti anziani; un piacere grande incontrare fuori chi spesso immagini catturato solo dal televisore. Tre chitarre, un basso e una fisarmonica. Fazzoletti rossi, annodati intorno al collo. Voci di uomini e un ragazzo lungo lungo, con un cesto di capelli e gli occhiali un pò spessi che sembra non del tutto cresciuto - una spanna indietro - ancora nella fanciullezza e nel sogno. Non conoscendolo, con quell'aria un pò stralunata, quasi fai fatica a prenderlo sul serio. E invece è bravo, proprio bravo. Canta e racconta, con la sua voce potente e rotonda. Racconta e canta. Al centro il lavoro dei minatori: il buio dei cunicoli, il caldo assoluto e il freddo glaciale, la fatica infinita, il pericolo immediato delle esplosioni e quello subdolo della polvere che si annida nei polmoni e li rende "duri come pietre". Alle spalle la Maremma con i suoi canti, l'amore e l'anarchia, le stagioni della vita e la forza degli affetti. A condividere equamente la scena il Coro dei Minatori di Santa Fiora che da alcuni anni lavorano insieme per recuperare le tradizioni popolari della loro terra. Uno spettacolo caldo, familiare, profondo e divertente. Pieno di ritmo. Una bella occasione per scoprire il lavoro di Simone che non avevo mai incontrato. Un regalo grande di questa bell'estate!

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