venerdì 6 luglio 2012

VENIVAMO TUTTE PER MARE

Mi piaciuto molto questo libro. A partire dalla copertina: una giovane donna è ritratta dall'alto, distesa su una stuoia. Si vede solo una parte del viso. La mano destra gioca con i capelli. Neri, sciolti, lucenti; fluttuano in un mare immaginario. Donna e Sirena.
Gli occhi guardano oltre, verso un futuro o un passato. Oltre. 
L'autrice si chiama Julie Otsuka. E' nata in California, pronipote forse di una di quelle donne di cui questo libro, lieve e prezioso, narra la storia. 
Siamo all'inizio del novecento. Ragazze, anche giovanissime, lasciano il Giappone: vengono dalle città o da sperduti villaggi, abbandonano famiglie, innamorati, qualche volta figli che non rivedranno più. Nel loro bagaglio kimoni colorati per ogni occasione, piccoli budda, fogli di carta di riso e barrette d'inchiostro nero per scrivere a casa. Libri: "Venite, giapponesi, Consigli per andare in America, Dieci modi di far felice un uomo". Vanno a sposarsi. I ritratti dei futuri mariti appesi al collo, o riposti dentro la manica del kimono. Uomini conosciuti solo in foto appunto, che spesso, troppo spesso, avevano mentito loro: "Ho comprato una bella casa. Potrai piantare i tulipani in giardino. Gestisco un albergo. Sono alto un metro e settantanove centimetri...". Ad attenderle, il più delle volte esseri abbrutiti dalla fatica e dalla solitudine, violenti ed esigenti. Ed una terra tutta diversa, che non li vuole, dove il razzismo è duro, compatto e l'unico modo per continuare a vivere sembra quello di diventare invisibili e lavorare, lavorare, lavorare. Senza sosta, giorno dopo giorno. Nei campi, nelle lavanderie di JapanTown, come domestiche nelle case dei "bianchi".
Lavorare, partorire figli che presto vorranno dimenticare da dove vengono. Sognare: una casa tutta bianca, un bagno caldo, fiori nel giardino...Poi ci sarà Pearl Harbour e la guerra spazzerà tutto, anche il più piccolo dei sogni.
Julie Otsuka ha raccolto  - con una scrittura scarna ed emozionante, senza sentimentalismi, piena di ritmo - i frammenti di vita di tante donne diverse e ne ha ricamato la storia su un unico canovaccio. Ogni voce un punto preciso e nitido. Ogni punto legato all'altro. I volti, le mani, le paure e le speranze di decine di esistenze riemergono attraverso il suo lavoro su queste pagine. Una popolo di sorelle venute da lontano a parlarci di sé, raccontarci della fatica del vivere, dell'ingiustizia del mondo, ma anche dell'immensa e inarrestabile forza del femminile. 
Un libro importante anche per immaginare cosa vuol dire lasciare la propria terra e le proprie radici. Lo consiglio a tutti di cuore.


Nessun commento:

Posta un commento