mercoledì 18 aprile 2012

CON TANTO AMORE

Te ne sei andato via in punta di piedi. Così come hai vissuto. Ho pensato spesso che fosse la tua preoccupazione più grande: non fare mai del male, stare al tuo posto, non arrecare danno, fastidio...
Te ne sei andato dalla mattina alla sera, in un soffio di ali e oggi che sono dieci anni (ed è buffo perché questa data spesso è passata senza che ne avessi consapevolezza) mi sono venuti in mente i tuoi occhi poco prima di perderti. Quella sera, nella luce ovattata dell'ospedale, ho visto nel tuo sguardo un'incredulità sconosciuta, un essere piccolo e indifeso come mai prima, davanti a nessuna prova. Ho visto sgomento, paura, rassegnazione, forse. Ho visto che chiedevi a me forza, e, per un attimo ti sono stata madre...E poi sono fuggita. E ora mi sembra di capire perchè.
Eri umorale, collerico, ipersensibile, attento, premuroso. Cordiale. Sempre pronto a renderti disponibile per aiutare, dare una mano. In pace quando intorno sentivi armonia, arreso davanti ai conflitti che gestivi con difficoltà.  
In casa guai a non farti sentire amato, considerato, coccolato. I momenti i più felici quando eravamo tutti insieme - noi - tu e le tue donne, magari in macchina (a tutte hai dato un nome: ci sono state la Lorenzina, la Clementina e poi ora ci vorrebbe mamma perchè non ricordo più!). Avevi preso la patente a quarant'anni passati e quando eri alla guida ti sentivi molto orgoglioso anche se sei rimasto sempre un pò imbranato. Sono convinta che ora un pò ti offendi...
Con Martina hai tirato fuori le tue parti migliori: ti sei fai piccolo insieme a lei e ne hai avuto cura con dolcezza infinita; quando corro sul viale delle Cascine, verso l'Indiano, mi torna in mente la passeggiata che abbiamo fatto io e te, vicini e complici, poche ore prima che lei nascesse...
Sei stato l'amore della mia infanzia e della mia adolescenza, il mio babbo affettuoso e bello, quello che giocava con me e mi portava in giro per musei, a scoprire bellezza.
Nei ruggenti anni ottanta le cose si sono fatte assai più difficili: avrei voluto un padre più uomo, più forte, più sicuro. Ma non era decisamente la tua storia, e a ripensarci è stato meglio così.
In alcune cose ti assomiglio molto: guido male come te, odio la burocrazia e sono onesta e ligia fino al parossismo.
Ho trovato il mio posto. Fino a qualche tempo fa anche a me sembrava di dare sempre noia e stavo attenta a non urtare nessuno...
Invece ora so che il mio posto è grande, bello, potente e ampio e non c'è proprio la possibilità che possa dar fastidio...
Chissà se nella dimensione in cui sei ora anche tu hai trovato il tuo.
Qui sono ancora in tanti a ricordare il tuo sorriso e la l'armonia che sapevi portare e a me fa tanto bene. 
Ciao babbino mio caro, è stato bello e importante scriverti stasera.
Con tanto amore.

Donatella


2 commenti:

  1. :-(
    Mi hai fatto piangere.. sarà che ho rischiato di perdere mio babbo per un infarto giusto una settimana fa quindi.. son sensibile ai "racconti padre- figlia" in questo periodo... bel pensiero che hai dedicato a tuo babbo.. sarà felice di leggerlo... perchè dovunque sia... lo leggerà..
    p.s Corri sul viale delle Cascine? Io ci pedalo spesso! Chissà se ci siamo mai incrociate!

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  2. No, la dolcezza e la pazienza del nonno non la dimentico, tutte le cose che mi ha insegnato, come pure le nostre scorribande a MonteMorello con la pandina...
    ti abbraccio e canto per te oggi...

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