Mamma
mia quanti giorni senza scrivere! Persa, essenzialmente occupata a
galleggiare su questa onda che porta al Natale. E quest'anno il
galleggiamento è particolarmente impegnativo. Vorrei essere presente,
prepararmi a questo momento di passaggio importante con consapevolezza, ed invece sono ben lontana da cogliere l'essenza, continuamente occupata a tenere a bada pensieri pesanti. Forse
la cosa migliore sarebbe salutare tutti e dire ciao, vado via, ci vediamo il
primo di gennaio o anche dopo la Befana, ancora meglio...
Ma non parto, sono qui alle prese con regali da fare e da comprare, alberi da addobbare (si
perché finché non ci decideremo a vivere insieme io e l'Amore abbiamo tutto
doppio, anche gli Alberi di Natale), cene da organizzare ma ho il fiato corto e
non mi sembra di quagliare niente veramente bene. Troppo
piena: dentro, intorno, in testa. Ho bisogno di pulizia e di ordine. Da dove si
inizia? Forse
come sempre dalle piccole cose. Ricominciando a fare attenzione, a non dare per
scontato, ad essere grata. Ricominciando a vedere quello che ho intorno,
semplicemente: le nuvole che coprono la collina e il campanile della chiesa che
emerge appena, il calore della sua mano che mi accarezza al risveglio, il profumo di zuppa che mi accoglie entrando in casa,
le luci che invadono la città e che oggi decido mi mettono allegria e non
tristezza, pensando a tutti quelli che non ci sono più...
Ricominciare
ad usare gli occhi, il respiro, il cuore. Perché il gioco della vita è questo: ogni
volta, ricominciare, da un altro livello, anche se lì per lì il "centro" ti sembra perso e non ti ritrovi più.
Parole preziose, mi riscaldano e mi sostengono...
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