Faccio fatica in questo periodo, tanta. Lavorare, prestare attenzione, metterci la testa e la memoria è sempre più impegnativo.
Non mi fido di me. La paura di sbagliare stringe stomaco e respiro. E sbaglio. Gli errori più insulsi, banali, assurdi. Mi sento inetta e incapace. Inaffidabile. Cerco di fare meno per evitare danni. Tutto si cristallizza e diventa gelo. Provo un dolore spropositato, di cui sento tutta l'inutilità; e a cui mi ribello.
Mi servono molto amore e molta determinazione.
Amore per guardarmi e riconoscermi oltre la manchevolezza (io non sono una macchina, io non sono il mio errore, io non ho bisogno di essere "all’altezza"). Determinazione per cercare il capo del "MIO" filo, quello che mi porti oltre il labirinto: oltre un lavoro dove mi sono sentita sempre stretta, oltre valori di efficienza che non mi appartengono, in uno spazio dove il lavoro è fatto di scoperte, di sogni, di studio, di approfondimento, di scambio, di rapporti, di aiuto, di morbidezza. Specchio di quello che sono. Momento di crescita e di evoluzione.
Voglio lavorare con le persone. Questo ora è chiaro. Questa è la modalità dove so di poter dare qualcosa, dove desidero impiegare le mie energie e riempire il mio "tassello".
Presso molti popoli il nuovo anno iniziava il primo di settembre.
Fra poco ci siamo. Mi sembra un buon momento per ripartire con maggior vigore verso un cambiamento che non può attendere.
Dai Duni, forza ce la fai. Buon lavoro!!!!
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