Ieri giornata trascorsa a Siena per godere delle iniziative offerte presso il meraviglioso (e non è un'esagerazione) complesso di S. Maria della Scala: un classico di primavera, a cui cerco di non mancare mai, e una proposta ancora sconosciuta. Ma andiamo per ordine.
"Le immagini della Fantasia", giunta alla 28° edizione è una mostra dedicata all'illustrazione per l'infanzia (qui). Presenta lavori di disegnatori di tutto il mondo, chiamati a confrontarsi su un tema comune - per il 2010 le fiabe del Brasile - e riserva una sezione monografica ad un autore che si è particolarmente distinto con il proprio lavoro.
Mi piace molto l'illustrazione. Trovo che condensare in una tavola la densità e la forza di un testo e dargli eco attraverso la poesia del segno sia un’operazione magica. Amo vedere i lavori dal vivo, molto più intensi di quelli riprodotti su una pagina, e visto che Sarmede (paese veneto dove la mostra nasce) è piuttosto lontano da Firenze mi accontento della selezione che ogni anno viene proposta a Siena (fino al 31 maggio - sono in ritardo come al solito per la segnalazione ma magari potete mettere una bandierina per la prossima primavera! -).
Questa volta mi è dispiaciuto trovare la mostra più contenuta del solito ma ho molto apprezzato i lavori di Beatrice Alemagna (qui), l'artista a cui è stata dedicata la parte monografica. Non la conoscevo ed è stata una piacevolissima sorpresa. Non tutte le opere esposte mi sono piaciute, ma sono rimasta molto colpita dall'estrema libertà di espressione, dal senso del gioco, sogno, immaginazione e possibilità che traspare dai suoi eclettici lavori e contagia chi osserva. E che dire delle immagini cucite? Deliziose! (Sorry, la qualità è proprio scarsa ma non sono riuscita a riprenderla meglio!).
La novità invece è stata la 6° edizione del “Festival del documentario – Inediti Italiani su Temi Sociali e di Costume” (dura fino a domani 29 maggio, informazioni qui) promosso dall’Associazione Culturale “Hai Visto Mai?” e con la direzione artistica di Luca Zingaretti (si, il Montalbano televisivo). Abbiamo potuto vedere due dei documentari in concorso; in particolare ho apprezzato “La terra negli occhi” di Gaia Adducchio lavoro che osserva, a distanza d'anni e con estremo rispetto, la vita della comunità di San Giuliano di Puglia in cui tutta l'esistenza è stata stravolta dalla perdita di un'intera generazione: 27 bambini rimasti uccisi nel crollo della scuola elementare insieme alla loro maestra durante il terremoto dell'ottobre del 2002.
La giornata di ieri è stata anche l’occasione, bella e interessantissima, di ascoltare le parole di Fabrizio Gatti, inviato dell’Espresso, autore di una serie di inchieste pericolose e scomode.
In particolare Gatti ha raccontato del suo viaggio che da Dakar attraverso il deserto lo ha portato - travestito da curdo, su un camion pieno all'inverosimile, mischiato ai tanti uomini e donne che con coraggio eroico ogni giorno affrontano un viaggio infernale - sulle coste della Tunisia punto di imbarco verso l'Italia. Storie minute, aneddoti, riflessioni su una situazione difficile e complessa che tocca tutti noi. Un viaggio che senza l'ausilio delle foto sarebbe stato impossibile soltanto provare ad immaginare, tanto ci appare assurdo che in tanti possano decidere di affrontare volontariamente prove tanto difficili e inumane. Ancora una volta la constatazione di come, per ora, è il denaro (da quello dei trafficanti di essere umani su, su, fino ai governi) a guidare il destino del mondo e di tutti noi, burattini inconsapevoli di volontà più grandi.
Oltre ai documentari presenti in concorso anche un’intensissima mostra fotografica di Paolo Marchetta, “Voodonville”, che esplora i rituali voodoo della popolazione di Haiti.
Bello tornare a casa a sera inoltrata, pieni di nuove parole e nuove immagini. Più ricchi, più consapevoli. Inevitabilmente e doverosamente più responsabili.
Oltre ai documentari presenti in concorso anche un’intensissima mostra fotografica di Paolo Marchetta, “Voodonville”, che esplora i rituali voodoo della popolazione di Haiti.
Bello tornare a casa a sera inoltrata, pieni di nuove parole e nuove immagini. Più ricchi, più consapevoli. Inevitabilmente e doverosamente più responsabili.
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